2 nov 2017

LUNA NUOVA - 3° Parte











          Anche la seconda volta, che si era ritrovato a scrivere d'amore, in preda ad un'estasi dolorosa, la luna era assente nel cielo, anche se, perchè tutto ciò accadesse, era stata necessaria la combinazione di un motore in panne, un bicchiere di birra di troppo ed una ragazza che se n'era andata via dalla sua vita senza un bacio e nemmeno un saluto. Cosi, quando la macchina era morta nei pressi di uno dei luoghi più belli della sua Salerno, si era semplicemente ritrovato sommerso da un immenso e struggente dolore, ed alzando gli occhi al cielo, si era scoperto ad incidere nel buio luminose parole d'amore. Quella notte prese coscienza di quella che poteva sembrare una strana coincidenza, convincendosi però che quella strana magia, si potesse compire esclusivamente in presenza della luna nuova.


          Certo, al giorno d'oggi tutto era più semplice, i contatti non si perdevano più, le persone non spariscono mai del tutto dalle esistenze altrui. La vita parallela che conduciamo grazie social, non avrebbe consentito un distacco così netto e definitivo. Gli sarebbe stato sufficiente un profilo facebook, qualche facile idiozia che scimmiottava una di quelle canzone d'amore che andavano in sottofondo ed avrebbe avuto la possibilità di non perderle del tutto, alleggerendo parte di quegli assurdi dolori. Altro che solitudine alla Pausini, oggi tutto è dannatamente più facile, anche troppo, però, ogni volta che ripensava a quelle circostanze, non poteva che ritenersi un miracolato per essere nato troppo presto, perchè altrimenti non avrebbe mai avuto la fortuna di viverle quelle notti, che seppure tremende, struggenti e dolorose, lo avevano fatto sentire vivo e capace di amare.


          Gli anni erano passati, le esperienze si erano man mano accumulate e la vita lo aveva letteralmente portato in giro per le strade del mondo, così da poter scovare tanti altri luoghi che lo aiutavano ad immergersi in  se stesso. Ricordava ancora con amore la punta del suo molo ed il suo faro, oppure quel posto preciso lungo la recinzione del giardino di Minerva, che dalla Plaium Montis gli permetteva di perdersi nel mare che bacia la sua città, fino ad arrivare lì, al posto che si era  divinamente disegnato nel bel mezzo del nulla assoluto, dove si trovava adesso, un punto scovato per caso e con tanta fortuna, un luogo che aveva tantissimi pregi, ma che lui apprezzava infinitamente perchè la conformità di quella conca naturale, oltre a racchiudere e costringere il cielo a diventare un magnifico fazzoletto naturale, riusciva a preservarlo ed occultarlo dal resto del mondo, coccolandolo con l'assenza di qualsiasi tipo di segnale telefonico. Così, ogni volta che si recava lì, riusciva a ritrovarsi facilmente in compagnia della sua poesia.


          E allora perchè quella sera tardavano ad arrivare?


          Venditti iniziò a rimandargli una di quelle lente litanie che solo lui sapeva creare, il numero delle stelle che aveva contato fino a quel momento era arrivato ben oltre le migliaia e fu allora che la stanchezza, aiutata dal torpore, iniziò ad avere il sopravvento sulla sua determinazione, facendogli chiudere gli occhi, quasi addormentandolo Ma quei dolci sorrisi che lo avevano trascinato sin lassù, ebbero una forza spaventosa e lo scossero dal dormiveglia in cui stava lentamente sprofondando. Era salito fin lì convinto di non essere ancora riuscito a farle capire quanto il suo amore fosse importante, ed era estremamente determinato a trovare un modo per farglielo comprendere, provare, vivere. Soprattutto non voleva per lei mettere insieme una sfilza di parole, parole, parole, per lei desiderava dava vita a ciò che scorreva in lui, impetuoso come un fiume in piena, voleva riuscire a dare voce a quel flusso di amore, così da essere capace di renderla definitivamente sua.


          Intanto il vento cambiò direzione, lo senti  mentre arrivava soffice e quasi delicato di fronte a lui e seppure non fosse la scossa che aveva desiderato provare, si lasciò abbracciare da questa novità, sperando che potesse rendere la sua testa quasi leggiadra.
          Eccolo l'aggettivo tanto desiderato, quello che ogni volta gli faceva ritornare alla mente John Keats ed il suo inimitabile amore per Fanny


Non posso esistere senza di te
mi dimentico di tutto tranne che di rivederti:
la mia esistenza sembra che si arresti lì,
non vado più avanti.
Mi hai assorbito.



      che bei versi, quelle si che non erano parole ma sinfonia, vita, amore, qualcosa che sarebbe sopravvissuto a tutte le generazioni di questo mondo, perchè in se racchiudevano in realtà qualunque cosa una donna potesse desiderare e tutto ciò lo rese ancora più triste e desolato, perchè quella notte lì, quella notte tanto agognata, non riusciva a raggiungere nemmeno lontanamente tanta bellezza, seppure lo desiderasse ardentemente.












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